A circa due mesi dalla morte, riporto alla vostra attenzione questi pochi testi di Leopoldo Maria Panero, grande maestro, nato a Madrid nel 1948. Queste poesie fanno parte dell’ultima raccolta che il poeta ha pubblicato (Il cervo applaudito, EDB edizioni 2013), realizzata grazie a Ianus Pravo (il traduttore), che ha avuto il privilegio di stargli vicino e seguire i suoi dettati.
Francesco Maria Tipaldi
*
Ma una volta ancora si aggirerà tra viola e viola
facendo che la primavera rida
e facendo che il vecchio nemico sogni
oh tragico concerto
Oh tu Mammon che lotti riga per riga
per il vitello d’oro
per il bue del silenzio e dell’orina
dove latra il sogno una volta ancora
per la pelle untuosa di una vecchia
che singhiozzasse per il suo ano perduto
e bruciasse le righe col fuoco del silenzio
col fuoco privo di pietà che sputo
sulla Vergine dell’altra riva
sulla Vergine più pura
che è il silenzio
e sia la pagina l’unica orina
per sognare di Dio e alberi e torri
sputeranno domani sul silenzio
e sospireranno tra elettroshock e elettroshock
e lasceranno parlare solo il grido
avendo paura del silenzio
avendo paura della pagina.
*
Non c’è misura, non c’è limite
dove non c’è nessun luogo
e dove il tempo non ha tempo
e il cadavere è
verde
Oh Alighieri, mon semblable,
mon frère che vuoi volere il crocifisso
e non sai sapere la volontà che muore
come un pane tra le labbra.
*
Che pesci boccheggiano sulla spiaggia
invocando un fiume che non esiste
e disfacendo il dolore in piccole lamine
che solo sanno piangere
come il freddo nella tomba
la tomba perfetta del poema
fatta solo per urlare
per giocare con le dita della notte
e ricordo mia madre che morì senza le sue tette
e che il signore del mare accarezza
cercando una rovina più compiuta di una rovina
più crudele del verso
che invoca se stesso
e ormai non piange.
Leopoldo María Panero
Leopoldo MaríaPanero. Poeta spagnolo (1948-2014). Autore di raccolte liriche fortemente sperimentali (Por el camino de Swann, 1968; Así se fundó Carnaby Street, 1970; Narciso en el acorde último de las flautas, 1979; Dioscuros, 1982), ha poi pubblicato versi ispirati a una sofferta esperienza psichiatrica (Poemas del manicomio de Mondragón, 1987; Piedra negra o del temblor, 1992; Heroína y otros poemas, 1992). Tra le raccolte successive: Poesía completa 1970-2000 (2001); Águila contra el hombre. Poemas para un suicidamiento (2001); Danza de la muerte (2004); Esquizofrénicas o La balada de la lámpara azul (2004). È anche autore di racconti.
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