C’è il buio che corrode e ci lascia in un angolo di cortile con le ortiche e vecchie foto nelle mani. Un sogno scandito dal tempo, dal sonno, dalle rotte degli aerei, dalle sere in periferie che svanisce in un bagno d’arresto. Ci sono parole messe in linea a spezzare il silenzio dei fogli.
Poi una sedia che scricchiola: “semu chistu/sta canni astruppiata”.
Condorelli ci trasporta in una riflessione personale e metafisica sul sedimentarsi dei ricordi e sullo stratificarsi delle emozioni di un vissuto proteso verso la realizzazione di un sogno, a tratti malinconico e doloroso per quel trascorrere stesso del tempo che tutto allevia e tutto leviga nell’oblio di ciò che non tornerà.
L’uso del dialetto catanese ben rende il senso ultimo della riflessione poetica, quelle dolorose ombre lunghe gettate dall’età matura sul vissuto, “l’occhi mucati ppi non vidiri” il buio dietro le porte socchiuse.
*
Poi i fogli spezzano
la linea della parola
lo strazio dei viali
lacera la città
e l’attimo incustodito
riempie il cielo
come una radice
di sangue
splendore arreso
del tempo.
Il tramonto
è una ruga luminosa
che scava i cirri
dell’inverno ultimo.
Il sonno cuce le stanze,
le rotte degli aerei
salgono quiete
la sera delle periferie
umide di paretarie e amianto.
In bilico tra la tua voce
e le conchiglie in ordine
sul mobile, solo resta
la pioggia imminente
la citronella
raggrinzita sul balcone.
La stanza è abitata
solo da foto logorate
voci chimiche di muffe.
Il soffitto gronda parole
e sogni di carte da parati
nell’angolo più umido.
Alla finestra un imbrunire
striato insidia il giorno
Scricchiola una sedia
in rappresentanza
dei ricordi.
Da: “Desinenza in nero”, inedito.
*
Semu chistu
sta canni astruppiata
l’ossa auttati
l’occhi mucati
ppi non vidiri
u scuru arredi i potti.
E sta sustanza
ca ni mancia
e ni leva u ciatu.
Stamu n’ta sta ‘gnuni
di cuttigghiu:
troppa ummara
e ‘ddichedda
‘nte manu.
Siamo questo/ questa carne martoriata/ le ossa svogliate/ gli occhi cisposi/ per non vedere/ il buio dietro le porte. E questa sostanza/ che ci rode/ e ci toglie il fiato. Rimaniamo in quest’angolo/ di cortile,/ troppa ombra/ e ortiche nelle mani.
Da: “N’zuppilu n’zuppilu”, inedito.
Dialetto siciliano, italiano, inglese (traduzioni di Maristella Bonomo), in prossima uscita nella collana “Le Farfalle” de “Il Girasole Edizioni” di Angelo Scandurra.
Giuseppe Condorelli insegna Lettere. Si occupa attivamente di poesia, critica letteraria e teatrale su quotidiani, settimanali e riviste specializzate. Scritti, racconti e recensioni, sono apparsi anche su “Storie”; “L’immaginazione”; “Capoverso” e, per Marco Nereo Rotelli, ne “L’Isola della Poesia” (Convegno Edizioni Quaderni dell’Isola, Cremona 2003).
E’ l’ideatore e il curatore di rassegne di incontri mensili con l’autore (“Interminati spazi” e “Punto. E a capo.”) presso la Biblioteca comunale di Misterbianco (Catania) e di kermesse d’arte (2003 “Interlinea Doppia”, Galleria Civica d’Arte “Pippo Giuffrida” a Misterbianco; 2004 “Ethos Etna” a cura di Giuseppe Frazzetto; 2005 “P.O.”, in collaborazione con la cattedra di Plastica Ornamentale dell’Accademia di BB. AA. di Catania; 2005 con Natale Platania “Cieli domestici” a cura di Paolo Aita, Galleria L’Arte Club, Catania). Ha curato la sezione poesia per il progetto “Castelmola Città degli Artisti”. E’ l’ideatore e il curatore con Paolo Lisi – con il quale ha costituito l’Associazione culturale “Interminati Spazi” – della rassegna con l’autore “L’Isola delle Scritture” (Fondazione Mazzullo di Taormina, 2007-08). Nel 2008 ha pubblicato “Criterio del tempo” per i tipi de I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme (Bologna). Dal 2006 con l’associazione Interminati Spazi organizza e dirige insieme a Paolo Lisi il Festival IsolaPoesia e dal 2009 con lo Sheraton Catania l’happening gastronomico-letterario “L’Autore per Cena”.
Due sue liriche sono state messe in musica da Mariano Deidda nel cd “Deidda canta Pavese” uscito nell’aprile del 2011. Ha curato nell’Almanacco Internazionale di Poesia edito nel marzo 2013 da Raffaelli la sezione dedicata alla poesia oggi in Sicilia. Nel 2015 per la collana “le Farfalle” de “Il Girasole Edizioni” di Angelo Scandurra pubblicherà “N’zuppilu n’zuppilu” plaquette in dialetto con traduzione in inglese (a cura di Maristella Bonomo). Vive a Misterbianco, in provincia di Catania.
L’ha ribloggato su natalia castaldi [esilio e desnacimiento].