Dal 30/09 al 26/10: “GIUDITTA R – Vanessa’s Room” ~ Le Scalinate dell’Arte

Le Scalinate dell’Arte, progetto dedicato all’arte e agli artisti contemporanei, presenta “GIUDITTA R – “Vanessa’s Room“, a cura di Mosè Previti, organizzazione e realizzazione TEAM PROJECT.

La mostra verrà inaugurata domani venerdì 30 settembre alle ore 18:30 presso il Palacultura Antonello da Messina e potrà essere visitata fino al 26 ottobre.

Giuditta R è una giovane artista siciliana nata a Messina che oggi, dopo diversi anni all’estero, vive e lavora a Berlino dove la sua produzione artistica ha ottenuto l’attenzione della critica e dei collezionisti affermandosi già con numerose personali in tutta Europa. L’imminente mostra messinese, con l’esposizione di sessanta disegni ed una video installazione, è la prima presentazione ufficiale nella sua città.

La stanza di Vanessa è luogo dell’anima in cui abbandonarsi e compiere profonda introspezione di se in un gioco del bianco e del nero che traccia un percorso interiore fitto e silenzioso: partendo dal ciclo vitale del bruco che diventa farfalla, è tutto un ricercare, un inquieto vagare tra le emozioni bambine, porzioni dell’io infantile che implodono in corpi adulti dai volti e dalle espressioni che, spesso, richiamano la cinematografia dell’horror, il thriller e la fotografia contemporanea.

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I am still waiting, 2012, pencils and mixed on cardboard, 70 x 50 cm

Dalla presentazione di Mosè Previti, nel catalogo “Vanessa’s Room”:

La produzione di Giuditta R si articola intorno ad una ricerca ormai consolidata. Ricerca tematica intorno a uno specifico immaginario con una tecnica precisa. I suoi lavori potrebbero essere inseriti nella categoria del ritratto, ma non si tratta di effigi naturalistiche o leziose, e non sappiamo il nome delle persone che popolano le sue opere. L’umanità rappresentata è sottoposta a un principio di distorsione espressionista, quasi caricaturale, ma il presupposto di questo esito formale è una intensa volontà di interrogare la natura umana. Molti dei personaggi rappresentati sembrano dei bambini, o degli adulti divenuti inquietanti pupazzi. In un’intervista realizzata per questa mostra, l’artista ha dichiarato che si tratta di rappresentazione delle parti interiori rimaste infantili, parti psicologiche che rimangono dentro le persone adulte. I suo lavori quindi funzionano come dei veri e propri scavi nell’inconscio umano, indagini psicosomatiche dove l’anatomia, la siognomica e le espressioni facciali restituisco un variegato mondo di traumi, vizi, tensioni e teneri slanci. La particolare tecnica esecutiva, un duttile bianco e nero con matita, inchiostri, pigmenti e inserti, costruisce immagini dalla pastosità fotografica tipica di certe vecchie istantanee. L’effetto “antichizzante” trasforma queste immagini in reperti di cui lo spettatore non riesce a intuire il tempo storico, ma che, a ben guardare, rivelano nei dettagli glitterati l’estetica della contemporaneità … (…) … una rappresentazione del viaggio dell’anima umana nel suo disvelamento, ma anche una consapevole dichiarazione dell’artista che sa quale percorso è stato intrapreso e quali sono gli elementi che lo animano”.

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Forbidden game, 2011, pencils and mixed on cardboard, 70 x 50 cm

“L’artista, pur nella giovane età, ha maturato una grande e originale efficacia comunicativa, la densità emotiva delle sue opere lascia frastornati, la dedizione e l’organicità della sua ricerca sono testimoniante dal lungo arco di tempo (2009 ad oggi) in cui si è cimentata nella costruzione del suo universo espressivo. La ricchezza estetica e psicologica delle sue opere recentemente ha trovato un’altra accattivante frontiera d’indagine nella moda, grazie alla collaborazione col designer giapponese Keisuke Hirose. La trasposizione dell’immaginario di Giuditta R nelle tre dimensioni dell’abito suona assai convincente e fa presagire ulteriori sviluppi per un’artista di cui certamente si sentirà ancora a lungo parlare”.

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Biografia
Nata a Messina nel 1984, sin da piccola Giuditta vive a stretto contatto con la creatività poiché i genitori sono entrambi artisti. Giuditta inizia ad avere confidenza con l’arte sin da bambina, spendendo molte ore al giorno disegnando. Riprende la tecnica della grafite su cartoncino nel 2008 con l’inizio di una nuova produzione artistica. Una lunga serie di disegni alla quale l’artista lavora tutt’oggi. Alla fine dell’anno 2008 completa il corso di laurea e di specializzazione col massimo dei voti presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Poco prima della laurea, l’artista consegue un breve corso di studi a Copenaghen, con sviluppo di un progetto d’arte virtuale. Entusiasta per questa esperienza, nel 2009 Giuditta decide di tornare nella capitale danese, con l’intento di vivere la città in modo più approfondito e sperando di creare al contempo una rete di contatti in campo artistico. Dopo più di un anno di produzione ininterrotta e di autopromozione, inizia la propria carriera artistica esponendo con successo le sue opere in diversi contesti internazionali, in Danimarca, Germania, Francia, Lituania, Spagna e Italia naturalmente. Nel 2013 Giuditta apre una nuova attività nella sua città natale, prendendo il ruolo di direttrice di una Residenza per artisti, di nome Villa R. La residenza internazionale offre ad artisti di tutti i campi creativi la possibilità di creare nuovi progetti in contatto con la natura e un paesaggio esclusivo.
Attualmente Giuditta vive e lavora a Berlino dove è impegnata in nuove collaborazioni e dove continua, con entusiasmo, la propria ricerca sull’identità e sull’autoconoscenza.
Quasi l’intera formazione artistica di Giuditta nasce dall’ispirazione data dall’Espressionismo, la Nuova Figurazione (Francis Bacon), cinema (thriller-horror), fotografia contemporanea, archivi sulla criminalità e le interessanti teorie sulle dimensioni parallele, come l’inconscio, i sogni, la metafisica. Giuditta è affascinata e curiosa di indagare l’ambiguità, il paradosso, le facoltà della mente, allucinazioni, incubi ecc. L’idea di base della sua ricerca è quella di catturare le radici dell’identità umana e di illuminarne il percorso di autocoscienza.

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