a cura di Natàlia Castaldi
Prendo di te
Prendo di te
quello che non dici o dice il nulla che mi ritorni
echi ― echi sempre più estesi del nulla che mi ritorni
e quello che dicono le tue piccole dita spezzate.
Prendo le tue dita spezzate
e la corda al cuore che non suona la tua mano
gettata al dirupo senza paternità del corpo
che resta sul ciglio.
Corpo nudo di te. Corpo senza recinzione di abbracci.
Prendo la corda che non suoni
e ricamo sopra un canto muto di impiccato
un eloquire silenzioso ai tuoi alveoli sordi di canto.
Prendo l’occhio buono che ti hanno bruciato
prendo tutta la cenere di quello che ha visto
e ricomincio ad amarti con la veemenza
tellurica di un grido sotto la sabbia.
Frammento di voce umana dopo l’esplosione.
E se ricresci dal fosso e ti ricresce l’amore
con braccia risorte raccoglimi.
In copertina: Emilio Capaccio