L’archetipo della parola – René Char e Paul Celan – a cura di Marco Ercolani e Presentazione di Giulio Maffii
18,00€
BREVE INTRODUZIONE
“Poesia, unica impennata degli uomini, che il sole dei morti non può oscurare nell’infinito perfetto e scherzoso”;
il legame unico tra i due poeti può essere racchiuso in questa frase/pensiero. Non è neanche importante sapere a chi appartengono queste parole, tanto potrebbero essere dell’uno o dell’altro. È da rimarcare invece che per la prima volta un saggio affronta, mettendoli in parallelo, i due scrittori. Due amici, due maitre a penser che in una sorta di gioco a distanza, hanno interloquito per anni, nel segno di una parola profonda e tagliente che li univa. C’è soltanto da ringraziare la sapiente scelta di Ercolani di dare un sguardo giustappunto parallelo, per mostrare in una doppia dimensione immediata, l’unicità ma, al contempo, la percezione quasi gestaltiana di essere poeti di un tempo coevo, componenti, frammenti, attimi di un qualcosa, indefinibile certo, a cui hanno atteso con i loro scritti, le loro analisi talvolta spietate della parola-poesia.
La prima piccola parte introduttiva DEL SAGGIO??? mostra un brevissimo carteggio dove, pur nella modesta quantità di parole scambiate, la stima e l’amicizia trabocca piena di rispetto ed educazione reciproca. Emblematiche in tal senso anche le frasi dedicatorie mostrate. C’è poi la sezione dedicata alle traduzioni poetiche, dove Marotta e Ciampi, per ciò che concerne Char, e sempre Francesco Marotta con Anna Maria Curci e Ajazzi Mancini per Celan, ci fanno dono di una re-visione dei versi, cercando una rimodernizzazione dell’interpretazione. Chi si appresta a leggere questo saggio sa benissimo la difficoltà di una qualsivoglia traduzione dei nostri due poeti, le sfumature, la stessa ricezione percettiva che si spoglia di universalità per affrontare il tema della relatività interpretativa. Il lavoro svolto non è stato semplice: l’accuratezza, il quadro filologico emergono senza soluzione di continuità.
Non certo fine a se stesse sono state poste queste rinnovate traslitterazioni da idioma a idioma, cercando di non alterare l’origine del verso. Intelligentemente Ercolani le ha collocate con un intento prodromico di apertura ai saggi veri e propri, come esempi calzanti della vastità della produzione poetica dei due autori. Le poesie qui contenute sono delle vere e proprie suite, delle overture al complesso compositivo riguardante gli studi critici a cui si è dedicata una cura ed una architettura incredibile, alternando voci chiare ed affermate a penne che si stanno rapidamente affermando, come ad esempio quella di Antonio Devicienti. Blanchot, Eluard e ancora Szondi e Derrida che indaga sulla parola dell’amico Celan. Un lavoro completo, dunque, da un punto di vista metodologico, che ha comportato inevitabilmente scelte selettive, stante la mole delle produzioni, sia critiche sia in versi, che riguardano gli autori. Un lavoro necessario nel panorama letterario italiano, che racchiude al contempo aspetti di carteggio, traduzione e critica, che il coraggio dell’editore di Carteggi Letterari Le Edizioni adesso offre ai lettori, che sapranno rispondere in maniera attenta e precisa. Attenzione e precisione sono le parole che più si attagliano alle pagine che seguono e che certo coprono sistematicamente le voglie diversificate ed onnivore degli amanti della letteratura. Non si dimentichi mai l’incursione nella luce di Renè e Paul, un’incursione che ha sondato e scavato la parola fino a renderla archetipo o forse a liberarla dal pulviscolo degenerante e farla splendere di una chiara oscurità.
Giulio Maffii
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