Tosca: ultimo appuntamento operistico per la stagione 2014 al Teatro Massimo di Palermo, stagione che chiuderà i battenti con il balletto Romeo e Giulietta di Prokof’ev dal 18 al 23 dicembre. Per questo melodramma in tre atti – su libretto di Giacosa e Illica che nel 1900 andò in scena al Teatro Costanzi di Roma con consenso di pubblico ma non di critica – l’allestimento è quello del Maggio musicale fiorentino del 2008 con la regia di Mario Pontiggia e le scene e i costumi di Francesco Zito: un grande esempio di imponenza e classe nel segno della tradizione con minuziosa cura dei particolari.
La visuale frontale della tradizionale chiesa di Sant’Andrea della Valle è resa solenne dalla presenza di enormi colonne, con grande altare sul fondo; a destra l’impalcato del pittore con la tela in lavorazione che ritrae Maria Maddalena e a sinistra la ringhiera classica in oro e canna di fucile della Cappella Attavanti; i due banchi sul ciglio vogliono simbolicamente indicarne la successiva lunga schiera e il fondale dipinto con l’immensa cupola conferisce straordinario senso di profondità prospettica. Curata nel dettaglio, fino ai più piccoli pezzi d’arredamento, anche la camera di Scarpia a Palazzo Farnese e molto imponente la piattaforma di Castel Sant’Angelo nel finale. La regia si articola in modo fedele e rispettoso del libretto d’opera e le luci di Bruno Ciulli mettono sapientemente in evidenza azioni e fatti della vicenda. Salta inevitabilmente all’occhio – tuttavia – il muscoloso torturatore che appare, dopo lo svenimento di Mario Cavaradossi, sporco di sangue in modo uniforme dai polpastrelli ai gomiti, come se ne avesse scannati parecchi nella affollatissima – a quanto pare – camera della tortura.
Punta di diamante di questa Tosca palermitana è Daniel Oren e la sua direzione appassionata, struggente, ricca di sfumature dell’anima. Il suono orchestrale si concede come manifesto dei grandi tormenti e moti interiori che attraversano l’opera: la gelosia, la sensualità, il terrore, la rassegnazione, la morte. Un concentrato di emozioni e una splendida lettura della partitura pucciniana da capo a fine, sempre in perfetta sintonia tecnica con il palcoscenico. Primo protagonista lui, il direttore israeliano, che, nelle pagine che accompagnano la morte del barone Scarpia fino alla fine del secondo atto, – trascinato dal vortice emotivo e con un gesto della mano destra – rischia quasi di stracciarsi la camicia dal petto, per comunicare e tirare fuori – riuscendoci peraltro sempre – la giusta enfasi dall’Orchestra del Teatro Massimo. La passionalità dello straordinario Oren non ha, tuttavia, pienamente trovato riscontro sulla scena. Meno palpabile, infatti, la complicità e il trasporto tra Tosca e Mario soprattutto agli esordi dell’opera, blanda la gelosia della cantante e poco spietato il barone Scarpia.
Hui He, soprano cinese di talento e sensibilità, ha dato una interpretazione commovente del “Vissi d’arte” (con bis) ed in generale la sua forza comunicativa ha trovato spazio dal secondo atto in avanti.
Bis anche per “E lucevan le stelle” di Stefano Secco, Cavaradossi poco passionale e debole nel registro acuto. Uno Scarpia gentile – anche troppo – quello di Alberto Mastromarino, certamente in voce ma meno in ruolo: privo della giusta dose di cattiveria, è risultato più credibile come seduttore – che darebbe “la vita per asciugar quel pianto” – piuttosto che come malvagio incline a seminar terrore. Molto emozionante, comunque, la scena V del secondo atto che, supportata dai suoni intimamente ardenti di Oren e la sua orchestra, condurrà Scarpia alla morte per mano di Floria Tosca. Buona la performance di Fabio Previati che – con qualche eccesso nella vocalità ma ottime doti da attore – ha ben reso il carattere del sagrestano. Bene Carlo Striuli come Angelotti. Nel cast anche Francesco Pittari (Spoletta), Daniele Bonomolo (Sciarrone) e Riccardo Schirò (un carceriere).
Eccelsi, perfetti e protagonisti di una esecuzione sentita e senza difetti il Coro del Teatro Massimo diretto dal M° Piero Monti e il Coro di voci bianche diretto dal M° Salvatore Punturo: di grande intensità e coinvolgimento la Cantoria e il Te Deum.
Al Massimo di Palermo, fino al 7 Dicembre, aperta ancora la campagna abbonamenti 2015 per opere, balletti e concerti.
Marta Cutugno
L’ha ribloggato su Gianluca D'Andrea.