"Ipotesi", ipostasi e saudosismo nella poesia di Murilo Mendes

Murilo Mendes, Ipotesi
Murilo Mendes, Ipotesi

di natàlia castaldi

Considerata il testamento poetico di Murilo Monteiro Mendes, uno dei massimi esponenti del “modernismo” brasiliano, questa raccolta poetica interamente scritta nel “68 in lingua italiana, e successivamente rivista e rivisitata per anni fino a giungere alla stesura definitiva, costituisce il punto d’arrivo della maturazione linguistica del poeta che, con divertita partecipazione, si mette in gioco spostando il proprio registro linguistico dal portoghese-brasiliano all’italiano, sua seconda lingua da quando nel “56 accettò l’incarico come Professore ordinario di Letteratura Brasiliana, presso l’Università di Roma. Tuttavia, sarebbe un errore considerare questo libro solo

Murilo Mendes 1901 - 1975
Murilo Mendes 1901 – 1975

il risultato di un mero esercizio linguistico e stilistico dell’autore, in quanto in esso lo sforzo di trasposizione linguistica si accompagna alla maturazione del Mendes uomo e professore di letteratura Brasiliana che, sradicato linguisticamente e culturalmente dalla terra di Saudade tanto amata e mitizzata nei ricordi dell’infanzia contadina, quanto altrettanto intensamente rigettata e criticata per le ingiustificabili contraddizioni economiche e politiche che ne hanno caratterizzato l’assetto sociale e culturale del secondo Novecento, sente l’avvicinarsi della fine e ad essa si prepara con la consapevolezza dell’esperienza, riflettendo su tutta una serie di eventi, fatti e mutamenti storici e sociali, dal Sud America all’Europa post bellica, ma anche su personaggi, artisti amici e non, contemporanei, musicisti, pittori e filosofi, fino a delineare un atteggiamento d’attesa non dimesso e rassegnato dinanzi a “lo schiudersi del velo di Maya”, quanto consapevole e pronto alla lotta per la propria conservazione, dando luogo a una vera e propria diatriba poetica animata da scetticismo e angoscia, ma anche da ironia e strafottenza con Madama Morte, che lo colse poi nel “75 durante un soggiorno agostano a Lisbona.

***

Qualcuno

Qualcuno è assurdo / lucido nutrito di Kafka / Descartes
qualcuno prende l’insonnia a mo’ di pastiglia
qualcuno soffre di guerra come altri soffre di cancro.
Qualcuno che sa la materia è metafisica
_________________________
Esisteranno veramente per lui il radar / la lucertola lo strutturalismo / la telepatia?
_________________________
Qualcuno odia le dittature / le patate fritte
qualcuno si vede circondato da insetti o da ipotesi.
_________________________
Qualcuno è un romantico irreversibile:
la cibernetica non cambierà la sua mente.

***

Informazione

Già sul limite del nulla
che abbaia soffia e ringhia
più ancora del sistema,
portando la mia inerzia,
insofferente di vitalità
sotto il fuoco delle galassie

mi nascondo dietro un segno
strutturale di ferro
sconosciuto a me stesso,
a Barthes e a Cassirer.
_________________________
Se tutto è morte
ci sarà anche la morte della risurrezione.
_________________________
Tocco il cielo falso bersaglio
di un creatore irreversibile
persuasore occulto
già travestito da Padre.
_________________________
Consultiamo la statistica:
quest’angoscia: definibile?
Non so dialog are con l’Altro
né soffrire con il mio simile.
_________________________
Il cosmonauta cerca informazioni
sugli spazi interstellari
oppure sull’uomo stesso?
_________________________
Asfissiato dal sistema
dentro la mia piaga
ne porto un’altra.
Pranzo a rate questa fame.
_________________________
Nemmeno mi vedo uno zero:
lo zero, circolo perfetto.

***

La catastrofe

La catastrofe sa travestirsi in figure ammirevoli

La catastrofe può essere
paziente / persuasiva
scaltra / sinuosa

La catastrofe ha artigli di velluto ali d’albedine
una pettinatura ispirata alla regina Nefertiti
talvolta si presenta in calzamaglia
conosce bene le regole del galateo bellico
sa usare dispositivi sottili o violenti.

La catastrofe coltiva ottime relazioni con Wall Street
con molti personaggi del set internazionale
soggiorna qualche volta in un maniero
dove i lupi si nutrono di neve
e note attrici
fanno lo spogliarello per fantasmi scelti.

La catastrofe è anche cólta
discorre di Heidegger / Husserl /Foucault
aderisce al gruppo strutturalista
ma quel che più le piace è la fisica nucleare.

La catastrofe si insinua nelle nostre arterie
ma prima – dama educatissima –
bussa alla porta
perché si abbia il tempo di forgiare l’arma
che lei da molto aspetta.

La catastrofe infine
è quasi sempre reversibile.

***

Il cosmonauta

Il cosmonauta dopo essersi sottoposto a mille prove biochimiche e di
____ autocontrollo
sale in orbita.

Il cosmonauta dorme nella capsula spaziale
eppure il suo naso vigila
ma non riesce a fiutare
le nuvole gotiche i pesci volanti di Andromeda
le città sommerse i deserti ovali
il corpo di Marilyn sdraiato sullo schermo.

Il cosmonauta dorme. Eppure i suoi piedi vigilano
felici di liberarsi durante alcune ore
dal peso di quella massa robusta senza sogni.

***

il viaggio

Sarò un androide? Sono forse un prodotto
del divario tecnologico
tra Juiz de Fora e Pechino.

Nel tempo della mia infanzia
volevo andare dal Brasile in Cina
a cavallo.

Il viaggio si è effettuato
nessuno se ne è accorto
nemmeno io.

***

Gli orologi

In quell’ufficio deserto
camminano pianpiano
scambiandosi tictac
due orologi.

L’orologio A confida all’orologio B:

Sono stanco di non far nulla
mi sento un automa inutile
è scomodo nascere
mi annoio soffro di fegato
temo la carie
temo l’infarto il malocchio
che ne penserebbe Moravia
che ne direbbe Drummond?
Vedo la monopola dell’uomo
incombente su di me
la gente spesso mi consulta
e non mi guarda mai.

L’orologio B replica all’orologio A:

Caro compagno io invece
non voglio far niente di utile
ho lavorato a fatica
per un tempo in forma di fungo
che sconosce la mia struttura
pacifica.

Vorrei andare in pensione
ricevere lancette più nuove
avere una sedia a dondolo
trovare un’omologia simpatica
dalla vulva di velluto
– anche in svizzera –
che suonasse per me il transistor
fosse brava in ikebana
e mi accompagnasse sollecita
in un lago di pesci azzurri
senza orologi.

***

Tesi di Laurea

Il sapone
l’acqua
il vino
Cassiopea o l’Orsa Maggiore
lo sguardo obliquo di una calcolatrice svedese
lo spettro danzante di Francesca da Rimini
l’energia animale di Vostok I
la nuvola nobile nubile
un giocattolo in forma di gru
l’ombra tonda fabbricata dagli alberi
il sapore arancione del mango di Pernambuco
il meditare su Rimbaud/Giordano Bruno/Kandinsky
il babbuino che mi tende la mano

e tu Wolfgang Amadeus Mozart

mi consolate di non esistere.

***

L’esplosione demografica

La donna incinta mi fa paura:
nasconde un motociclista
che dopo aver bevuto il mio bicchiere di vino
mangiato il mio pane
subito mi investirà.

***

Ipotesi

La morte sarà ______________________________ ovale o quadrata?
chi la ospita ______________________________ con un teorema?
chi veramente ______________________________ spezzando
il sole arcaico ____________________________ dell’essere
_______________ __ la potrebbe agognare?
_________________________
Ragiono di amore e di tempo:
la morte ahimè! “mi fa tremar le vene e i polsi”
ma personifica ______________________________ la fine
__________________ ___ di ogni sistema
_________________________
La morte ____________________________________ ovale o quadrata
___________________ non sarà mai scritta.

***

Il cavernicolo

Le operazioni belliche le operazioni bancarie
Le operazioni chirurgiche le operazioni spaziali
le operazioni diplomatiche

spaventano
il fanciullo che spunta dal mio covo
e che pur flemmatico digerisce
un po’ di Marx/Marcuse/Mao Tse-tung.
_________________________
Sarò forse un cavernicolo dell’avvenire
quando le automobili
diverranno dinosauri

e l’uomo salirà nello spazio cosmico
senza l’aiuto meccanico
di ali né di ordigni.

***

Il sole

Il sole è un’ipotesi scientifica
sulla quale Einstein aveva molti dubbi

il sole è un’invenzione di Giosuè
ripresa da Galileo Galilei

il sole è ovviamente succubo delle galassie più anziane
il sole è lo pseudonimo di un dio alla finestra

il sole è un giocattolo dei nostri nipotini
il sole è una luna bollente

il sole è un chirurgo che se ne infischia della nostra morte
il sole è un girasole stanco di esserlo

il sole è una bandiera del cosmo senza bandiere
il sole è un uccello di fuoco che gira attorno alla terra

il sole: una cartolina che non mi è mai piaciuta.

***

Episodio

A Delft non ci sono quadri di Vermeer
ho incontrato lì due donne in gramaglie
che mi chiedevano in olandese ossia in babilonese
un certo difficile indirizzo.
Le ho seguite per le strade.

Una donna camminava sull’asfalto
l’altra donna pure camminava sull’asfalto
l’una era bassa l’altra era pure bassa
l’una tossiva l’altra pure tossiva
l’una non pensava a Vermeer l’altra pure non pensava a
_____ Vermeer
l’una scuoteva la testa l’atra pure scuoteva la testa
l’una interrogava il cielo l’altra pure interrogava il cielo
che purtroppo non disponeva di nessuna sillaba
l’una acquistò un formaggio l’altra pure acquistò un
____ formaggio.

*** L’uovo n. 2

Nessuno conoscerà
la mia tenda di ovatta
sotto l’albero cilindrico
dove un uccello cinguetta
mentre noi due aspettiamo
il coltellino di fuoco
che presto ci spezzerà.

***

Talvolta

Talvolta ad uno spiace tuffarsi con la Callas
talvolta anche la formica lavora di cattivo umore
talvolta le tavole rotonde funzionano perfettamente
talvolta ci ripugna pranzare dai Somaschi
talvolta con l’infarto si può salire in montagna
talvolta chi è avvilito vomita il sistema

***

Uno spazio

Uno spazio in forma di losanga
dove non entrano il giorno e la notte.
Uno spazio dove non si scrive né si descrive:
sfuggito alle proposte-favole di Einstein
ed all’occhio-macchina di Piranesi.
_________________________
Lì non vorrei esplodere né rimpiangere
l’itinerario disacralizzato dell’uomo
l’energia alla rovescia sperperata nelle guerre
l’amore testo distrutto o interrotto.

Lì vorrei non esaminarmi più
neanche sentire “Dido and Aeneas”:
indifferente all’avvenire
immemore dell’aquilone
che non ho alzato in nessun cielo

aspetterei costruendo qualche filosofema
lo schiudersi del velo di Maya.

***

L’ultimo uomo

Premo un bottone
sopprimo verticalmente il Padre eterno
distruggo l’orologio che indica l’ora sbagliata

eccomi solo dinanzi alla bomba atomica:
andremo a letto?

***

Il Pedone

Stufo di portare il mio corpo macchina preistorica
faccio agli dèi una proposta a priori respinta:
trasformami in K lettera ormai scomparsa
da quest’altro corpo che sono anche stufo di subire:
il vocabolario propulsore di un sistema obsoleto
che non regge nemmeno dinanzi ai figli che non ho avuti.

***

La consumazione

Prima di consegnarci alla ruota dell’Ade
dove gireremo, occhi spenti di pesci
che neppure un cane vuol guardare,
la morte puttaneggia col sistema.

***

Lo scirocco

Lo scirocco è duro / aspro / vulcanico
ma esso non mi annuncia la vicinanza di Marrakech
o la distruzione del tempio.

***

Epigramma

Il male che non abbiamo mai fatto
ci punge qualche volta
più di un rimorso ottuso.

***

Rispondi