di Daniela Pericone
Elio Grasso, Varco di respiro, Campanotto Editore, 2013
Varco di respiro è l’ultima raccolta poetica di Elio Grasso, edita da Campanotto nel 2013. Un libro denso e incalzante, selvatico e cerebrale al contempo, dove le frasi, le parole, le singole sillabe si agganciano le une alle altre creando una sorta di catena ininterrotta di nuclei polisemici, che balzano all’incontro e mostrano una consistenza quasi materica e sonorità ora dure ora sensuali.
L’elaborazione concettuale si innesta, si cala nella materia, nel corporeo, nel fisico, o meglio è la fisicità della carne a innescare la sua stessa elaborazione. Il pensiero poetico si serve delle sollecitazioni del reale per produrre un flusso di idee e visioni il cui disordine sarebbe insostenibile, se non intervenisse la misura del linguaggio a creare una struttura articolata e complessa di temi e motivi, in un continuo di variazioni sul tema.
La sera di settembre scava strade
di spasimo per l’amore il suo gelo
tra le parole e le acque azzurre
la sera di settembre trova importante
quella sagoma decomposta per lei
facile il metodo che livella disegni
sulla sera di settembre che scuote
e regala spasimi e strappi violenti
tra questi alberi già tanto spogliati
dalla sera di settembre così ingordi
di una prima dolce pioggia rossa
fino a impazzire di terra spossante.
(3. La virtù animale, I. Una seria minaccia, in Varco di respiro)
Accade allora che nel tempo della lettura si metta in moto un meccanismo di libere associazioni, dai criteri talora imperscrutabili anche a noi stessi. La ripartizione di segno matematico e musicale del libro richiama alla mente le Variazioni Goldberg di Bach eseguite dal genio di Glenn Gould, con quella sua ossessione per l’esecuzione perfetta, inseguita per tutta la sua breve vita ripetendo indefinite volte la stessa opera musicale. A sua volta Gould rimanda a Thomas Bernhard con il romanzo Il soccombente, costruito appunto sul personaggio del pianista, e allo stile della sua scrittura basato sulla ripetizione continua e insistente di periodi e frasi, in una spirale ipnotica di variazioni minime, in grado tuttavia di produrre mutazioni e avanzamenti inesorabili.
La variazione, dunque, considerata sia come oggetto della scrittura sia come impianto stilistico. Quella stessa variazione, vissuta anche come tensione indomita al mutamento, che innerva la poesia di Elio Grasso e determina l’andatura originale di Varco di respiro, la sua forza, il suo carisma.
1.
Sarà un tempo dopo la minaccia
oscura del più scuro tono del tempo
appeso all’appena passato fervore
dell’ubriacatura dell’espansione
variabile come chiarore tranquillo
suo spazio camera dotata di vampa
affondata nella profonda caverna.
2.
Sarà un tempo dopo la minaccia
qualcosa di troppo notturno serio
rumoroso consumo d’amore questo
pianto dorato brevettato alla soglia
del mattino la sua pelle sfogliata
cara alle vetrine e poi giù il vento
questo caro vento ancora invernale.
3.
Sarà un tempo dopo la minaccia
questo andare dove il mare scivola
sulla testa notturna la stessa parola
che ama con insistenza la liquida
meraviglia del senso acquatico
che soffre per sorgere all’antipodo
sesso tattile suo nero stupefacente.
4.
Sarà un tempo dopo la minaccia
che scava nel suo corpo visibile
annidato nel gioioso corredo ma
fresco di gas nuovo rapido spasmo
coltivato eppure sereno del suo vino
dell’attimo solo trasportato dal vento
per un attimo solo svaporato e nudo.
5.
Sarà un tempo dopo la minaccia
la grande campagna ma finta allegra
come il freddo occulto sudore diurno
dei suoi quadri villani padroni sani
della pazienza santa ombra forzata
oppure infuso suono di scavata arte
di santo corpo confidente perduto.
6.
Sarà un tempo dopo la minaccia
quella strada il trapano tenuto
fermo le sue mani il tempo remoto
forse tranquillo imperfetto padrone
di tutto il sale venduto sgorga
lungo la costa del ventre rotolato
nel sapore scuro annidato respiro.
7.
Sarà un tempo dopo la minaccia
il risveglio spettacolare di questo
tempo sfasata fragile illusione
bene mistico scivola nelle cose
lo spettacolo un capriccio agitato
oppure bellezza triste osa stringersi
alla grande lignea bocca orgogliosa.
8.
Sarà un tempo dopo la minaccia
questa scura passione fatica oppure
seme nervo mutato da quattro lune
chiamato destino occhiate al corpo
tremito marino come dose scorretta
di luoghi incerti di tempi scaduti
fa piacere salvare la faccia stupidi.
9.
Sarà un tempo dopo la minaccia
contro la sua finestra regole sospette
eccessi di coste ventose ma spie
bloccate dal ricordo estasi confidenti
risuonanti congiunte talvolta volute
dall’astio sprangato ma come sanno
questi fiori ah non moriranno mai.
(Sarà un tempo dopo la minaccia, II. Rasura il tempo, in Varco di respiro)
Elio Grasso è nato a Genova nel 1951. Poeta e critico, ha pubblicato i libri di poesia Teoria del volo (Campanotto, 1981), Avvicinamenti (Ripostes, 1983), L’angelo delle distanze (Edizioni del Laboratorio, 1990), Nel soffio della terra (Guardamagna, 1993), La prima cenere/Conservatori del mare (Edizioni del Laboratorio, 1994), La soglia a te nota (Book, 1997), L’acqua del tempo (Caramanica, 2001) Tre capitoli di fedeltà (Campanotto, 2004), E giorno si ostina (puntoacapo, 2012). Nel 1988 ha vinto il Premio Montale per l’inedito con la silloge Il naturale senso delle cose (nell’antologia di Vanni Scheiwiller “All’insegna del pesce d’oro”, 1989). Ha tradotto Four Quartets di T.S. Eliot (Palomar, 2000), una scelta dei Sonetti di W. Shakespeare (Dell’amore, Barbès, 2012), 18 poesie di E. Carnevali (Ai poeti e altre poesie, Via del Vento, 2012). Ha curato un’antologia dallo Zibaldone di G. Leopardi (Un solido nulla, Pirella 1992). Scrive per le riviste Poesia, Steve, Pulp-libri, La mosca di Milano, La clessidra, Italian Poetry Review, Gradiva e su vari blog dedicati alla letteratura. È stato tradotto in inglese da E. Di Pasquale, in francese da J.-B. Para e in rumeno da E. Macadan. Tra il 2003 e il 2004 ha creato la collezione “sagittario”, che ha ospitato inediti di circa 60 poeti.