Sibylle Baier, Colour Green – Impressioni di Giampaolo De Pietro
Sibylle Baier è per me una maga semplice. Questo suo unico disco è un’intera discografia del desiderio, di cosa si possa fare – in casa – con una chitarra e una voce:prodigiose. Con parole lunghe e “povere”: a perfezione. Tutte le e di questo album sono continuazione. Green, verde – colour, colore – di natura, di sue foglie, di loro alberi, di questi e altri mondi possibili. Del volere bene, quasi e sempre per, un’unica, volta. E’ pomeriggio, si scala la giornata, a ritroso e in un ordine domestico che sa a memoria i nomi di tutte le cose, e dei loro cari, care. Si danza sul posto attraverso il corso di un’ora, un ora e un possibile, risentirsi in contatto col tempo, a fiato consolato e sconsolato nello stesso spazio di un qui colorato inevitabilmente, mimetizzato nel(col-ore) verde. Un sorriso a richiesta, d’orchestra. Dammi un piccolo sorriso. Stanotte. Noi abbiamo cambiato la luna. L’abbiamo scambiata con un sospiro, un sogno, o sorriso. Principio, la malinconia. Precipite. Morbidamente. Cuore di me. Disperso, caduto dalla mattonella, dalla mensola alla mattonella. Ticchettante. Il video, tratto da Alice nelle città di Wim Wenders ha un valore estremamente toccante, non sapevo di questa breve apparizione di Sibylle Baier nel film di Wenders, così, grazie all’amico Andrea Pulcini (in arte Persian Pelican) che nel suo notturno programma radiofonico, Cinderella ne ha fatto cenno passando un pezzo dal disco in questione, ho potuto “vedere” proprio lei, in movimento, canticchiare, e, non c’è da vergognarsene, mi sono commosso.
P.s. Tutte le frasi che sembrano “campate per aria” citano le canzoni.
Scheda dell’album: orange twin
Giampaolo De Pietro
In copertina: Sibylle Baier.
Splendido pezzo; e un caro saluto a Giampaolo che colmerà, se come ho capito ci saranno altri suoi interventi simili in futuro, la mia profonda ignoranza in campo musicale.
Grazie!
Antonio, come dicevo a Gianluca, questo è un mio ascolto, dunque potrei definirlo “privato” e davvero “vecchio” (e ripetuto) – e con gli amici di Carteggi, perché no, condividere “qualcosa del genere” ci sta!!!
Ecco il video – il breve momento in cui compare la stessa Sibylle Baier in Alice nelle città di Wim Wenders – film che sto ri-guardando proprio in questi giorni, a spezzoni. Buona giornata a tutti voi.
G.
Ma quanti ascolti privati, quante letture altrettanto private tendono a farsi “pubblici” a causa del piacere di condividere… A me piace molto l’idea di condividere con altre persone avventure intellettuali dalle quali imparo e trovo stimoli per ulteriori scoperte, come è successo in questo caso.
Come al solito, hai ragione! Del resto – passa per il “privato”, il “veramente” e pienamente sentito – il desiderio di condivisione! E tu ne sei un esempio, palese e palesato! E qui, pure, Carteggi ne è esempio. Un caro saluto, Natalia, Gianluca, Antonio e tutti gli altri, e grazie anche a chi poi decide che le “cose non rumorose” (come questo disco) vengano alla superficie (credo che il disco in questione, ad esempio, sia stato e[re]ridato dal figlio della musicista che, credo ancora, lo abbia registrato in un suo “periodo sabbatico” in America). Scusate se sembro e sono probabilmente disinformato, ma a volte ci tengo ad esserlo, perché il dato biografico non diventi sovrastante rispetto all’amore per l’opera, e l’opera mi piace sempre possa essere con la o minuscola (forse che s’era capito, finirò per ostentarlo!). Giampaolo
non si può tornare indietro a correggere, cavolo! volevo scrivere e[re]ditato
Carteggi, voi che ne avete il potere, correggete per me? (e scusatemi!)