di Marta Cutugno
Arnesi da suono tra i più antichi della penisola iberica, le nacchere – in spagnolo “castañuelas” – sono strumenti a percussione reciproca di tipo idiofono ad intonazione indeterminata. In tempi lontani erano costituite da due gusci di noce forati ed uniti da un filo di lana. Oggi, invece, sono formate da due pezzi di legno duro, di avorio, o altro materiale sintetico, a forma di valve di conchiglia, strettamente legati uno all’altro. Mentre il pollice e/o l’indice della mano tengono il cordino, le altre dita permettono che le due parti urtino tra loro e producano suono attraverso un movimento di apertura e chiusura della mano. L’effetto sonoro che ne deriva è ritmicamente marcato ed inconfondibilmente caratteristico. Nella Spagna del Flamenco le nacchere che vengono suonate dai ballerini e si differenziano in maschio e femmina: la nacchera maschio risulta più piccola, è tenuta dalla mano destra ed esegue la fantasia ritmica del solista; la nacchera femmina è più grande, tenuta dalla mano sinistra ed esegue il ritmo di base come accompagnamento. Sono dette “Castagnole”, invece, le nacchere napoletane: di dimensioni ridotte rispetto alle spagnole ed impiegate solo per sottolineare i passaggi ritmici delle danze.
Largamente diffuse ed impiegate nella musica tradizionale dell’Europa Meridionale, nelle danze folkloristiche spagnole, portoghesi e dell’Italia del Sud, sono state, anche, comprese negli organici orchestrali di famose composizioni tra cui: “Carmen” di Georges Bizet; “España” di Emmanuel Chabrier; “La vida breve” di Manuel De Falla; “Danza dei sette veli” nell’opera “Salomè” di Richard Strauss e “Tannhäuser” di Richard Wagner; “Les Choëphores” di Darius Milhaud (nacchere in metallo); Capriccio spagnolo di Rimskij-Korsakov, Concerto per due pianoforti e orchestra in re minore di Francis Poulenc e “Tangollen” di Karl Jenkins e danza spagnola de “Lo schiaccianoci” di Čajkovskij.
Segue un video in cui l’eccezionale Lucero Tena danza ed esegue “La vida breve” (atto II scena I) di Manuel De Falla accompagnata dall’Orchestra sinfonica della RTVE, radiotelevisione spagnola, nel 1988, dirige il maestro Antoni Ros-Marbà.