una recensione di Marco Malvestio sul libro d’esordio di Damiano Sinfonico “Storie”.
Si rimanda inoltre al link sulla recensione precedentemente pubblicata su Carteggi Letterari: http://carteggiletterari.org/2015/12/02/storie-lesordio-di-damiano-sinfonico-una-nota-e-alcune-poesie/
L’esordio di Damiano Sinfonico, Storie (L’arcolaio, 2015) è un libro coeso e coerente. Si vede bene che il lavoro dell’autore non si è fermato ai singoli testi, ma ha investito anche l’architettura complessiva. Si vede anche, in filigrana, il lavoro di autoselezione che sta alle spalle di questo volume, di nuovo non solo a livello complessivo (perché il libro è brevissimo, essenziale), ma anche e soprattutto a livello testuale.
Infatti, benché si tratti sempre di poesie di natura aneddotica, narrativa, quello che piace delle liriche di Sinfonico è la gestione dei silenzi, di quello che non viene detto: l’uso costante del verso-frase crea una pausa tra verso e verso intorno alla quale si costruisce il vero senso delle poesie. Alla sensazione di rarefazione che questo ritmo a ondate crea contribuisce anche l’equilibrio molto ricercato tra prima persona e dettagli oggettuali, che impedisce alle poesie di scivolare nel bozzettistico o nello sfogo e le trasforma al contrario in versi fatti soprattutto di atmosfere.
Così come nella fluidità del ritmo spiccano i pochi ma brillanti versi tradizionali, come il bell’endecasillabo che chiude la raccolta (“In te c’è un altro secolo di vita”), la lingua di Sinfonico è pulita, ordinaria, povera di tensioni e di metafore, il che rende ancora più lucide le poche utilizzate. È quello che accade in una delle migliori poesie della raccolta:
fuochi d’artificio, notte in bianco, colazione sulla spiaggia
i sacchetti vuoti, le bottiglie addormentate e il sale ovunque
poi le scarpe inumidite, uno strato di ghiaia sui piedi
siamo lontani come due bordi di un cucchiaio
È un libro, insomma, in cui, per paesaggi malinconici e surreali, si respira una bella aria, nitida e rinfrescante; un libro in cui Damiano Sinfonico ha il coraggio di cercare una misura onesta per la propria voce.
Marco Malvestio