VITE COLME DI VERSI – NICOLA VACCA -FLASHES E DEDICHE – 13. (a cura di G.Maffii)

Il giorno 21 di aprile per i tipi della Galaad esce il nuovo libro di critica letteraria di Nicola Vacca : “Vite colme di versi”. Il testo è uno studio-omaggio di 22 poeti del novecento.  Notevole la scelta, 11 italiani e 11 stranieri . Se non sorprimaVCDV (1)prendono nomi come Caproni e Ungaretti (del resto Vacca ha scritto molto su quest’ultimo),  capisaldi dell’italica letteratura, a Bonnefoy e Celan,  la riproposta di altri sorprende piacevolmente. Beppe Salvia, Cacciatore, Bellezza, l’immenso Bigongiari (di cui ricordo amabili conversazioni) e la mia amata Nika Turbina. È uno studio profondo e condensato, pieno di amore per la poesia. Vacca scandaglia con rispetto e personali punti di vista 22 momenti di storia letteraria. La sensazione è che questo libro risulterà indispensabile per rileggere in chiave sostanziale e feconda, cose del secolo scorso che hanno lasciato mutamenti nell’immenso ipertesto poetico atemporale. Il testo è l’ideale proseguo di “Sguardi dal Novecento” sempre pubblicato per Galaad nel 2014. Vacca è un autore talvolta scomodo perché cerca di raccontare sempre la verità e questo non può essere che sinonimo di onestà intellettuale, cosa che manca a molti contemporanei. Ho trovato anche molto interessante  l’apertura ai poeti-cantautori, con i ritratti di Cohen e del nostro compianto e mai del tutto compreso Piero Ciampi, uno che se ne intendeva sul serio.

L’essenzialità del poeta dei paradossi.

Giorgio Caproni è stato uno dei poeti più innovativi del Novecento. L’essenzialità musicale dei suoi versi, scavati nella nuda terra della parola, resta come esemplare testimonianza di un secolo ferito. Temi amati da Caproni sono il viaggio, la frontiera, la terra di nessuno. Paesaggi solitari attraversati con un passo poetico originale, scandito da metafisiche apparizioni capaci di mettere a nudo gli incerti confini abitati dall’uomo – cacciatore e preda allo stesso tempo. È una poesia che – da Come un’allegoria fino a Il muro della terra e Congedo del viaggiatore cerimonioso – si interroga sulla vita e affronta a viso aperto le ragioni profonde dell’esistenza, toccando con limpida chiarezza le domande fondamentali, rispetto alle quali chiede al lettore un’attenzione perplessa. «Una poesia contratta fino allo spasimo» scrive Carlo Bo, «e che tuttavia conserva una sua corposità, una parte di sostanza incontaminata. Al fondo c’è sempre l’uomo inseguito dalle sue preoccupazioni.» È nelle ultime raccolte – benché questa fase della poesia di Caproni sfugga a una definizione netta – che si fa più palese l’intreccio dei temi religiosi e esistenziali. Le grandi questioni della filosofia contemporanea invitano il poeta a riscoprire il tema del viaggio – 10 un viaggio destinato a condurlo in posti nebbiosi, assurdi e vuoti, o anche in nessun luogo. «La sua» – sono parole di Gian Luigi Beccaria – «è la religione del vuoto, descritta, commentata con dizione mirabile in luoghi di frontiera dove tutto è solitudine, dolore, addio di un uomo in viaggio o in fuga.» Res amissa, la raccolta uscita postuma, nella sua brevità epigrammatica contiene la ragione ultima della poesia di Caproni: una sorta di religiosità senza fede in cui «essere in disarmonia / con l’epoca». Tutto è messo in discussione con un nichilismo calmo, pacato, che filosofeggia non solo sulla morte di Dio ma anche sul freddo della Storia.

Nicola Vacca è nato a Gioia del Colle, nel 1963, laureato in giurisprudenza. È scrittore, opinionista, critico letterario, collabora alle pagine culvaccaturali di quotidiani e riviste. È redattore della rivista Satisfiction
Svolge, inoltre, un’intensa attività di operatore culturale, organizzando presentazioni ed eventi legati al mondo della poesia
contemporanea.

Ha pubblicato: Nel bene e nel male (Schena,1994), Frutto della passione (Manni, 2000), La grazia di un pensiero (prefazione di Paolo Ruffilli, Pellicani, 2002), Serena musica segreta (Manni, 2003), Civiltà delle anime (Book editore, 2004), Incursioni nell’apparenza (prefazione di Sergio Zavoli, Manni, 2006), Ti ho dato tutte le stagioni (prefazione di Antonio Debenedetti, Manni,2007) Frecce e pugnali (prefazione di Giordano Bruno Guerri, Edizioni Il Foglio, 2008) Esperienza degli affanni (Edizioni il Foglio, 2009), con Carlo Gambescia il pamphlet A destra per caso (Edizioni Il Foglio, 2010), Serena felicità nell’istante (prefazione di Paolo Ruffilli, Edizioni Il Foglio, 2010), Almeno un grammo di salvezza (Edizioni Il Foglio, 2011), Mattanza dell’incanto (Marco Saya edizioni, 2013), Sguardi dal Novecento (Galaad edizioni 2014), Luce Nera (Marco Saya edizioni 2015)

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