Quarto capitolo della rubrica “Le altre lingue” dedicata al Belgio. Il poeta selezionato da Gabriele Belletti è Jean-Claude Pirotte. Buona lettura.
Jean-Claude Pirotte (4)
(Namur, 1939 – 2014)
Pittore e poeta belga. Dopo un’adolescenza trascorsa in Vallonia, Olanda e Borgogna, divenuto avvocato, eserciterà la professione per undici anni. Radiato dall’ordine e condannato a diciotto mesi di carcere per un reato – l’aver aiutato ad evadere un detenuto – per cui si dichiarerà sempre innocente, dal 1975 inizia una vita vagabonda e clandestina nella provincia francese, in Catalogna e in Valle d’Aosta. La pena verrà annullata nel 1981 col conseguente ritorno di Pirotte in Belgio, dove riprenderà a scrivere e dipingere. Vastissima la sua produzione in versi che da Goût de cendre (Thone, 1963) arriva a Plein emploi (Le Castor Astral, 2016), ultima raccolta postuma in cui sono contenute le liriche tradotte. Tra i tanti riconoscimenti, ricordiamo il premio Goncourt de la poésie e il Grand Prix de la poésie de l’Académie française, entrambi ricevuti nel 2012.
Jean-Claude Pirotte – due poesie
Traduzione di Gabriele Belletti
1.
j’avance en portant ma tête
entre mes deux mains sanglantes
elle m’échappe soudain je la vois
rouler diligemment devant moi
il est vrai que je me demande
comment diable il se peut
que je la regarde et la suive
sur la route entre les arbres vieux
je la tenais bien je l’aimais
cette sale tête de bois
qui me conduit tout droit
vers le cor qui sonne au fond des bois
*
vado avanti portando la mia testa
tra le mie mani sanguinanti
mi scappa subito la vedo
rotolare via veloce e dietro lei procedo
è vero che mi chiedo
come diavolo accada
che la guardi e la segua
tra i vecchi alberi sulla strada
la tenevo bene l’amavo
questa sporca testa dura
che mi porta dritto in andatura
al suon del corno dove la selva è oscura.
2.
le soleil brille
sur les camps de la mort
un enfant de Libye
entre des corps sanglants
voit se lever l’aurore
loin de lui des écoles
s’ouvrent au jour d’automne
dans la cour se bousculent
des enfants de banquiers
(avec Jean Follain)
*
il sole splende
sui campi della morte
un figlio di Libia
tra corpi sanguinanti
vede levarsi l’aurora
lontano da lui delle scuole
si aprono al giorno autunnale
nel cortile si spingono
dei figli di banchieri
(con Jean Follain)
[da Plein emploi, “Pieno impiego”, Pantin, Le Castor Astral, 2016]
In copertina: Jean-Claude Pirotte (Foto tratta dal sito della casa editrice dell’autore: Le temps qu’il fait).