Tra le espressioni aberranti del sottobosco pagano della poesia sicuramente potremmo mettere : autore emergente – autore esordiente. Simili boiate lessicali lasciano il tempo che trovano. Le persone scrivono. Il resto fa parte della dietrologia economica-speculativa della finta editoria. Accade poi di imbattersi in una “Opera prima”. Eretica Edizioni ha pubblicato recentemente una di queste di sicuro rilievo. “dalla parte della radice” di Marco Luppi è indubbiamente un libro interessante, ben costruito, un libro che nella sua evoluzione diventa in diminutio. Una costruzione, un’architettura ben delineata e matura. Luppi mastica bene la materia poetica, ruminando una solida base di conoscenze e mescolando la sua erba di versi. Un ottimo inizio..lo aspettiamo con altre prove per confermare quanto di buono ha offerto in antipasto.
ELOGIO AL PERDENTE
Il vincitore è sempre banale.
Tutte le vittorie sono mediocri,
sono le miserie di un perdente
che nasconde le proprie sconfitte.
Fare –dell’inganno l’intrattenimento
dietro l’angolo del fallimento.
Bere. Fumare. Bestemmiare
-baciare, lettera, testamento-
come se non ci fosse domani.
Chè –come sempre- non c’è che un domani
Senza sconfitta non c’è talento.
Senza talento non c’è perdono.
Un talento che non va perduto
è un talento che va perdonato.