Il flauto di Pan o Siringa è uno strumento aerofono formato da un numero variabile di canne di diversa lunghezza; le canne sono di bambù e strettamente unite tra loro, sistemate su una o più file. Il flauto di Pan va suonato tenendo la fila di canne inferiori (se disposto su due file, come da modello andino) rivolte verso di sé, e con le canne più corte, che emettono suoni acuti, verso la sinistra di chi suona.
Le origini di questo antico strumento musicale sono legate alla mitologia greca: secondo la leggenda, il selvaggio dio Pan (un satiro, per metà uomo e per metà capra) si innamorò perdutamente della ninfa Siringa la quale, per sfuggirgli, si trasformò in un canneto. Addolorato dalla perdita dell’amata, Pan restò accasciato vicino a quel fascio di canne palustri e, baciandole, si accorse che producevano suoni. Ne tagliò alcune di diverse lunghezze e le strinse in un unico flauto che, ancora oggi, si suona insufflando l’aria – trasversalmente e leggermente, a labbra strette – nelle aperture superiori delle canne. Per quanto concerne la tonalità, ogni flauto di Pan risente delle influenze legate alla tradizione e all’impiego nelle terre d’origine: alcuni non hanno tonalità fissa, altri presentano varianti simili ai flauti soprano, contralto, tenore e basso.
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Nel corso dei secoli, il flauto di Pan conobbe la sua maggiore diffusione in Africa, negli altopiani andini, in paesi come Bolivia, Ecuador, Colombia, Perù; tra i paesi europei, ne abbiamo tracce principalmente in Romania e nella musica popolare tedesca e svizzera; si riscontrano impieghi anche nella musica della più lontana Cina. Il rumeno Gheorghe Zamfir è attualmente considerato, tra i flautisti dell’epoca contemporanea, uno degli artisti più virtuosi nell’utilizzo di tale strumento.
Gheorghe Zamfir
Marta Cutugno
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