Un mondo vegetale a immagine di un mondo fisico che entra sotto pelle e crea una realtà ctonia che affiora attraverso l’epidermide e si mostra a chiazze, con le evidenze di un livido che rappresenta (ma non mostra) ciò che un trauma o una ferita sanguinante all’interno ha fatto, ovvero quello che in profondità crea il dolore endogeno. La scrittura della Baldini è una sorta di autoterapia basata sul recupero emozionale della memoria. C’è da chiedersi quanto la parola serva al superamento delle lesioni e se le parole debbano essere schiaffi o carezze. La risposta è dentro un verso illuminante “ogni carezza perduta è uno schiaffo”. La corporeità si fa poesia ed aspetta, ognuno di noi ha un soma e prugne sulla pelle, nessuno escluso e questo la Baldini lo ha ben compreso, regalando un endoscheletro di versi per sorreggere ciò che è visibile agli altri in superficie e lei non ha paura di mostrare nella sua realtà. “Prugne sulla pelle” è un altro ottimo libro uscito nel 2016 per Samuele Editore.
ALBEGGIA NEL LETTO D’OSPEDALE
La notte è fatta di bocche spalancate
alla pietà dell’aria. Così
è anche la Primaluce – se rubata
alle ossa – il soffio della Malessenza:
dalle narici fuori a rincalcarsi ancora
in quelle labbra di buco
come il serpente del primo peccato
che si morde la coda.
Così la Vita fa di speranza
l’io-mi-dispéro. E in risacca l’inverso
LA SUTURA
Ti aspetta di nuovo sui piedi
per ballare la vostra canzone piccina,
carillon familiare che lava le lotte.
Ci vuole la pelle aperta, a volte,
per accogliere la vita. Farsi passare dall’ago,
accettare la sutura. Ci vuole tutto il tempo
a volte, perfino quello passato.
Ci vuole una mano aperta sulle guance.
Una mano qualunque.
Ogni carezza perduta è uno schiaffo