di Ilaria Grasso
Di cosa è fatta la notte? Sicuramente è qualcosa di oscuro, buio come dice il verso iniziale di questa poesia di Pierluigi Cappello che da poco è passato a miglior vita e a cui dedico un pensiero. Nel silenzio della notte le ombre, simbolo di assenze o inquietudini, ci pesano dentro e spesso anche fuori, ci opprimono e, obnubilando la nostra vista, alimentano il nostro malessere. Questa poesia ci mostra come quella materia oscura non appartiene solo a noi ma anche a tutto quello che ancora non sappiamo nominare consentendoci quel distacco utile per dare riposo al nostro pensiero inquieto. D’altronde in estate le ombre sono refrigeranti e dunque non tutto è assoluto. Per tutto il resto, l’alba verrà, come sempre a schiarire la visione.
QUALCOSA NEL BUIO
L’altra notte ho messo la faccia nel buio
non c’era che la mia faccia non c’era niente
non si muoveva un solo rumore né una sola evidenza
animava al soprassalto, neanche il sospetto
di un’assenza concentrata in ombra
c’era solo la pressione del nero sugli occhi
con quella della nuca sul cuscino
e tutto attorno, qualcosa tutto attorno
conteneva quell’oscurità e me.
Da AZZURRO ELEMENTARE – BUR Rizzoli
Immagine di copertina: Pierluigi Cappello fotografato da Maria Cecilia Camozzi