A casa Merini con Alda e la sua poesia #quickpost

 

La malattia mentale è frutto dell’ignoranza altrui”

6 giugno 2009, in casa di Alda Merini. Un flusso incontenibile di cose, di libri, di fotografie. I muri come rubriche telefoniche, la foto del marito sul comò, “quello è il Carniti”. La poetessa dei Navigli sul suo letto, fuma e discute della malattia mentale mentre la telecamera cattura gli angoli del suo ambiente quotidiano.

E legge due sue poesie…
La luna s’apre nei giardini del manicomio

La luna s’apre nei giardini del manicomio,
qualche malato sospira,
mano nella tasca nuda.
La luna chiede tormento
e chiede sangue ai reclusi:
ho visto un malato
morire dissanguato
sotto la luna accesa.
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Tangenziale dell’ovest

Tangenziale dell’ovest,
scendi dai tuoi vertici profondi,
squarta questi ponti di rovina,
allunga il passo e rimuovi
le antiche macerie della Porta,
sicché si tendano gli ampi valloni
e la campagna si schiuda.
Tangenziale dell’ovest,
queste acque amare debbono morire,
non vi veleggia alcuno, né lontano
senti il rimbombo del risanamento,
butta questi ponti di squarcio
dove pittori isolati
muoiono un mutamento;
qui la nuda ringhiera che ti afferra
è una parabola d’oriente
accecata dal masochismo,
qui non pullula alcuna scienza,
ma muore tutto putrefatto conciso
con una lama di crimine azzurro
con un bisturi folle
che fa di questi paraggi
la continuazione dell’ovest,
dove germina Villa Fiorita.

(Alda Merini, “Tangenziale dell’ovest” da Testamento, Crocetti Editore 1988)

(Filmati Gruppo A: Riprese e Montaggio video Eric Davanzo tutti i diritti Gruppo A. Il video è stato realizzato grazie ad Ambrogio Borsani amico di Alda Merini; presente su YouTube)

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