Fernando Pessoa ~ tre poesie da “Mare del Portogallo” #poetiepoesie

Tre poesie da “Mare del Portogallo e altre poesie” di Fernando Pessoa, traduzione di Simonetta Masin, postfazione di Martino Baldi, Acquamarina, I poeti di Via del Vento 33, Via del Vento Edizioni.

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  • Mare portoghese

O mare salato, quanto del tuo sale
sono lacrime del Portogallo!
Per attraversarti, quante madri hanno pianto,
quanto figli invano hanno pregato!
Quante spose rimasto da sposare
perché tu fosti nostro, o mare!

Ne valse la pena? Tutto vale la pena
se l’anima non è piccina.
Chi vuole andare oltre il Bojador
deve andare oltre il dolore.
Dio diede al mare il pericolo e l’abisso,
ma è in esso che si specchiò il cielo.

  • Le isole fortunate

Che voce viene col suono delle onde
che non è la voce del mare?
È la voce di qualcuno che ci parla,
ma che, se ascoltiamo, tace,
per aver voluto ascoltare.

E solo se, ancora dormendo,
senza sapere di udire udiamo,
che essa ci dice della speranza
a cui, come un bambino
dormiente, dormendo sorridiamo.

Sono isole fortunate,
sono terre senza aver luogo,
dove il Re dimora aspettando.
Ma, se andiamo svegliandoci,
tace la voce, e c’è solo il mare.

  • Ulisse

Il mito è il nulla che è tutto.
Lo stesso sole che apre i cieli
è un mito brillante e muto –
vivo e nudo.

Questi, che qui approdò,
fu per non essere esistito.
Senza esistere a noi bastò.
Per non essere venuto è venuto
e noi creò.

Così la leggenda scorre
entrando nella realtà,
è nel fecondarle decorre.
In basso, la vita, metà
di nulla, muore.

Immagine di copertina (particolare) ed immagine che segue: disegno originale di Tullio Pericoli.

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