Catalunya – la vittoria di Puigdemont e dell’indipendentismo

Rajoy è stato sconfitto, sotto ogni punto di vista. Il partito popolare in Catalogna è quasi scomparso, essendo sceso al 4%. A nulla è valso il presenzialismo di Rajoy a Barcellona. I catalani hanno rifiutato in blocco la sua politica. Gli unionisti hanno deciso di votare Ines Arrimadas, giovane e bella avvocatessa del partito di centrodestra Ciudadanos. Male sono andati anche i socialisti e Podemos. La politica delle mezze misure non ha premiato.

Puigdemont ha vinto sotto ogni punto di vista. Nonostante la sua fuga in Belgio, che di certo deve avere deluso molti indipendentisti, col tempo è riuscito a riguadagnarsi la loro fiducia, ottenendo con la sua lista più voti di quella di Orioles. I catalani hanno capito che la morsa della giustizia sta per condannare all’ergastolo tutti i leader indipendentisti, e quindi hanno compreso il legittimo esilio di Puigdemont. Insieme con la Cup, i tre partiti indipendentisti hanno ottenuto 70 seggi su 135, perdendone solo due rispetto alle precedenti elezioni. Solo che molti dei loro eletti sono in carcere, o in esilio, ed altri rischiano le stesse sanzioni, perché il Tribunale supremo spagnolo sta indagando ora le seconde linee.

Cosa faranno gli indipendentisti agli arresi ora? Se non possono occupare il loro seggio, non hanno i voti per votare il nuovo presidente della Generalitat. Si dimetteranno e lasceranno spazio alle seconde o terze file? Difficile prevederlo. Intanto Rajoy si rifiuta di nuovo di dialogare, ma oltre al danno ha aggiunto la beffa: dice che porge mano tesa al dialogo, ma poi aggiunge che dialoga solo con i vincitori, ossia con Ines Arrimadas. In pratica, è come se non riconoscesse la maggioranza indipendentista che di nuovo controlla il Parlamento catalano.

Il linguaggio della politica va oltre la legalità. Se metà di un popolo vuole l’indipendenza, uno statista non può limitarsi a dire che va contro la Costituzione. Se non concede referendum e non fa trattative é inevitabile che la situazione diventi seria. É già tanto che i catalani non abbiano preso le armi. Ed é un loro onore. Rajoy non sta agendo da statista. Sta affrontando la questione da fascista usando il manganello e la magistratura tramite l’articolo 155 per mandare in prigione gli indipendentisti. Se fosse uno statista avrebbe permesso un referendum legale come in Scozia oppure avrebbe trattato. Il referendum illegale e la pseudodichiarazione di indipendenza volute da Puigdemont sono state scelte discutibili ma erano le uniche monete di scambio che possedevano gli indipendentisti per costringere il governo a sedersi a un tavolo. In pratica, sia dopo il referendum che dopo queste elezioni, se Rajoy si sedesse a un tavolo,  probabilmente gli indipendentisti si accontenterebbero della autonomia fiscale, da quel che capisco. Ma Rajoy non vuol concedere nulla e se i magistrati persistono nelle loro accuse (anche qui: Il governo di Rajoy o il re potrebbero fare una amnistia) in Catalogna si trovano con i loro leader indipendentisti tutti all’ergastolo. Una cosa incredibile. Rajoy crede di sconfiggere l’indipendentismo cosi.

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