“L’unica nuova frontiera è ora lo spazio. Ma quello che mi infastidisce è che questa frontiera sia tecnologica, cerebrale, priva d’avventure, di romanticismo. Allora ho voluto uno spazio immaginario, come quello dei nostri sogni, dove si combattono i mostri, dove si salvano gli esseri in pericolo, dove tutto è possibile, dove si ritrovano la lealtà e l’amicizia. Ho voluto creare un immaginario che sembrasse vero. Ho voluto concentrarmi sul realismo di queste galassie lontane, piuttosto che sull’aspetto fantastico. E che tutto fosse divertente, che piacesse ai bambini”. Così George Lucas raccontava la sua creatura (la citazione è tratta dal Castoro dedicato al regista e produttore statunitense e scritto da Sergio Arecco). Anche se la “Lucasfilm” è stata acquisita dalla Walt Disney Company, il senso più autentico dell’avventura stellare è racchiuso ancora in questa descrizione da parte del suo artefice.
“Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi” è il secondo capitolo di una nuova trilogia, senza più Lucas ma sempre diretta ad appassionare i vecchi fans e coinvolgere le nuove generazioni. Nonostante i boicottaggi e le stroncature di una parte dei fedelissimi, il film scritto e diretto da Ryan Johnson, mentre “Star Wars: Il risveglio della Forza” era diretto e prodotto da J. J. Abrams, diverte e coinvolge lo spettatore. Si mettono in evidenza la qualità visiva di alcune sequenze e l’incisività cromatica grazie alla fotografia di Steve Yedlin. In particolare, le scene nel deserto, con le sfumature di rosso, e il contrasto bianco/nero, che contraddistingue la saga, catturano l’attenzione, al pari di alcuni primi piani e di alcune situazioni spettacolari.
Niente d’innovativo, per carità, e gli schemi narrativi si riproducono con momenti a volte prevedibili e situazioni già viste in una formula d’avventura comunque gradevole. I temi del sacrificio (centrale in questo episodio VIII), del conflitto tra forze oscure e la possibilità d’indirizzare la propria potenza verso il bene, coltivando le doti innate mediante le prove a cui ti sottopongono i maestri, vengono sviluppati nel modo più funzionale ad assicurare un viaggio rassicurante. Un viaggio stellare in colpi di scena e cambi di prospettiva sperimentati nei precedenti episodi, nel segno delle musiche di John Williams e di un’ironia da Action Movie.
Tuttavia, la regia di Johnson rende la storia accattivante, girandola in modo fluido, con il montaggio di Bob Ducsay, e, tra perenni capovolgimenti, i personaggi fanno la loro parte. Dall’eroina femminile Rey, interpretata da Daisy Ridley e lanciata nel precedente “Il risveglio della Forza”, a indicarci che il futuro è donna, alla commozione per l’ultima interpretazione di Carrie Fisher (morta dopo le riprese) nei panni della principessa e ora leader dell’Alleanza ribelle Leila, senza dimenticare gli attori John Boyega (Finn), Oscar Isaac (l’intrapendente Poe), Lupita Nyong’o (Maz) e Laura Dern (l’eroica vice-ammiraglio Holdo). Va menzionata pure la nuova figura, destinata a crescere, del bizzarro mercenario DJ, affidata a Benicio del Toro.
Soprattutto, la comunicazione telepatica fra la nuova Jedi dalle origini misteriose Rey e il figlio traditore di Leila e Ian Solo, Kylo Ren, impersonato da Adam Driver, arricchisce di sfumature i consueti conflitti interiori dei protagonisti.
Ancora di più, il ritorno in grande stile di Luke Skywalker, interpretato da Mark Hamill, apparso alla fine dell’episodio VII, contribuisce a sottolineare lacerazioni e dubbi di un eroe in crisi che, dopo il passaggio di Kylo al lato oscuro della Forza, non crede più al futuro degli Jedi e alla possibilità che le cose possano cambiare in meglio. Spunti di riflessione che il nuovo “Star Wars” stempera nei consolidati meccanismi narrativi.
In ogni caso, il futuro della serie troverà in un nuovo predestinato, il bambino ripreso nel finale, ulteriore linfa per alimentare l’eterna battaglia che vede contrapposti i tetri soldati del Primo Ordine e la nuova (e antica) Resistenza.
Marco Olivieri
Immagini tratte dalla pagina Facebook del film in italiano.