di Marta Cutugno
“Fondato nel 1998, il V-Day è un movimento globale di attivisti con l’obiettivo di fermare ogni tipo di violenza contro le donne e le bambine, compresi i maltrattamenti, le percosse, lo stupro, l’incesto, la mutilazione genitale e la schiavitù sessuale. Gli attivisti del V-Day credono che affinché cessi la violenza, intere comunità devono chiamare queste violazioni con il nome dei crimini che sono. Le attività del V-Day sono finalizzate ad attaccare il silenzio – pubblico e privato – che permette alla violenza contro le donne di continuare. Il nostro lavoro si fonda su tre convinzioni profonde: che l’arte ha il potere di trasformare il modo di pensare della gente e di spronarla ad agire; che cambiamenti sociali e culturali duraturi vengono trasmessi da persone ordinarie che fanno cose straordinarie; e che le donne di un determinato luogo sanno di cosa ha bisogno la loro comunità e possono diventare leader inarrestabili. Il V-Day è un catalizzatore, una fiaccola per il cambiamento. La V di V-Day sta per Vittoria, San Valentino e Vagina”.
L’opera teatrale di Eve Ensler, “I monologhi della vagina”, venne rappresentato per la prima volta nel 1996. La scena accolse proprio lei, le fu autrice e prima interprete, voce di un testo “onesto, straziante e divertente su oltre duecento interviste” raccolte da un eterogeneo gruppo di donne. Il riscontro di pubblico e critica fu immediato. Commozione e determinazione accompagnarono questo incredibile successo e le repliche a New York proseguirono per i successivi sei mesi. Al termine di ogni spettacolo, quando il sipario si calava sulla trasposizione della vita in scena, era la vita ad andare incontro all’autrice. Dopo ogni recita, Eve si soffermava, infatti, con donne che le raccontavano le loro terribili storie, storie di sopravvivenza e storie di violenze subite “per mano di parenti, innamorati, sconosciuti”. Matura in lei, dunque, la grande consapevolezza che “I monologhi della vagina” avessero dato inizio a qualcosa di più grande e di più importante di quello che in realtà ci si aspettasse, avevano aperto un canale di comunicazione con chi fino a quel momento aveva scelto di non dire, non parlare, non raccontare, tacere: una riflessione teatrale si mutava, quindi, in movimento, in azione, in fare attivo per tentare di mettere fine ad ogni tipo di violenza. Ed è per questo che il 14 febbraio del 1998, Eve Ensler fondò, insieme ad un gruppo di volontarie newyorkesi, il V-Day: quel giorno “I monologhi della vagina” venne rappresentato a scopo benefico con la partecipazione di un cast di prestigio all’Hammersmith Ballroom di New York ed in quella sola recita vennero raccolti 250mila dollari. Partirono campagne nei college, prima negli Stati Uniti ed in Canada, poi in più di 150 college ed università in ogni parte del mondo. Il 10 febbraio del 2001 lo spettacolo raggiunse 18mila persone con un cast di settanta attori al Madison Square Garden ed un milione di dollari di ricavato. Da lì sino ad oggi, la diffusione a macchia d’olio: alle rappresentazioni della pièce si unirono l’apertura di Case sicure, campagne di annunci di servizio pubblico, summit, conferenze, campagne di sensibilizzazione, di registrazione di voto ed educazione, eventi benefici – tutte attività legate alla prevenzione ed alla denuncia delle violenze a tutela dei diritti delle donne. Un’opera necessaria, quella di Eve Ensler, che ha ispirato molte altre rappresentazioni incentrate su queste delicatissime tematiche e che, a loro testimonianza, si rende voce dei più efferati crimini ai danni delle donne.
Il ricordo della sua faccia
Per Esther
Islamabad
Lo sapevano tutti che qualcosa di terribile
Sarebbe successo
Ogni volta che lui tornava a casa
Le cose che usava
La prima volta
Afferrò la prima cosa che trovò
Afferrò una pentola
Le sfasciò la testa
Le pestò di brutto l’occhio destro
La volta dopo
Ci pensò un po’
E si fermò un istante
Si sfilò la cintura
Le lasciò piaghe dentro le cosce
La terza volta sentì il bisogno di essere più
Coinvolto nel farle male
Così la colpì con i pugni
Le ruppe il naso
Sentirono le sue grida
La sentirono supplicare
Non intervennero, non l’avrebbero mai fatto
Lei era sua
Legge non scritta.
Non domandate che cosa aveva fatto lei
Era solo la sua faccia che gli dava sui nervi
Solo quella sua faccia bisognosa che chiedeva di più
L’ultima volta lui
Che ne aveva abbastanza si lei
Pianificò tutto quanto
Si procurò l’acido in anticipo
Lo versò in un vasetto
Lei disse che aveva bisogno di soldi per comprare da mangiare
Dalla sua faccia si vedeva che era così.
Così. Così. Così.
La sua faccia è scomparsa
Completamente cancellata
Solo occhi è tutto ciò che vedete
È tutto
Solo occhi ricoperti di carne appiccicosa
Vi dico questo perché
Lei è là dentro questo macello
Dentro questa maschera mostruosa
Dentro la morte della sua stima di sé
Dentro il desiderio di lui di annientarla
Lei è la, lo giuro
L’ho sentita ansimare
L’ho sentita sospirare
L’ho sentita balbettare qualcosa
Con quella cosa che era stata la sua bocca
Lei vive là dentro.
Dichiarazione programmatica del V-Day
Il V-Day è una riposta organizzativa contro la violenza verso le donne.
Il V-Day è una visione: noi vediamo un mondo in cui le donne vivono in sicurezza e libertà.
Il V-Day èuna richiesta: stupro, incesto, maltrattamenti, mutilazione genitale e schiavitù sessuale devono cessare subito.
Il V-Day è uno spirito: noi crediamo che le donne dovrebbero passare la loro vita a creare e prosperare anziché a sopravvivere o a guarire da terribili atrocità.
Il V-Day è un catalizzatore: raccogliendo denaro e accrescendo il livello di coscienza, unificherà e rafforzerà le iniziative antiviolenza esistenti. Innescando una consapevolezza di basta portata, porrà le fondamenta di nuovi sforzi educativi, protettivi e legislativi in tutto il mondo.
Il V-Day è un processo: noi lavoreremo finché sarà necessario. Non smetteremo fin eh non smetterà la violenza.
Il V-Day è un giorno, noi proclamiamo il,giorno di San Valentino “V-Day” per celebrare le donne e mettere fine alla violenza.
Il V-Day è un movimento è una comunità: potente e audace, travolgente e inarrestabile.
www.vday.com
Eve Ensler è drammaturga, poetessa, sceneggiatrice e regista. È fondatrice e direttore artistico del V-Day (www.vday.org), un movimento globale ispirato a “I monologhi della vagina”, con l’obiettivo di difendere i diritti delle donne. In Italia sono stati pubblicati “Il corpo giusto” (2005) e “Io sono emozione” (2011).