di Ilaria Grasso
Leggere è un atto intimo e personale. Esso avviene nel momento in cui interagiamo con l’oggetto libro. Molti hanno libri lindi e pinti con le pagine ancora legate anche dopo la lettura dell’intero volume. Sono gli stessi che spesso dispongono nella libreria meticolosamente e secondo il proprio ordine il libro come gli scaffali fossero mappe cognitive ben strutturate. Ma c’è anche chi ama chiosare ai margini della pagina, con la penna o con la matita, le proprie considerazioni. Per loro è un’azione necessaria per interiorizzare ciò che gli occhi hanno codificato durante la lettura. Ci sono altri, invece, che amano sottolineare. Questa operazione è molto simile a quella compiuta dai poeti quando limano i propri versi arrivando all’essenziale delle cose come della splendida chiusa di questa poesia di Mastrocola. Saper leggere è importante per acquisire un gusto e un’opinione personale, sviluppare empatia per comprendere gli altri e la realtà che ci circonda. Leggere vuol dire acquisire strumenti fondamentali per saper sceglie e fare luce anche quando la vita che viviamo è cupa.
Sottolineare
Il fondamento è sottolineare.
Evadere dall’uniforme grigio buio, fare
Affiorare.
Sganciare dal fondale scuro torbido
del mare melma multi-
colori boe
e poi dal ponte guardarle
galleggiare.
Leggere con la matita in mano.
Far correre una riga sotto
le frasi che ci fanno uno stupore:
non lasciarle scappare
nell’acqua che rigurgita incolore.
Difficile distinguere, scegliere,
trovare.
Portata da correnti vorticose
nessuna parola che rimane: passa
per sempre su di noi, non lascia
spazio.
Orfani di una salienza,
afflitti da ignoranza.
Grigio compatto la pagina dei libri,
lo spessore di pagine di un libro
e il numero dei libri:
un tutto opaco, muro,
un ibrido fragore che riduce
l’umile parola in ombra, in omertà.
Un punto esclamativo, stella,
l’asterisco, il segno
chiaro che mettiamo a lato…
Solo una riga che ci illuminerà.
Da LA FELICITA’ DEL GALLEGGIANTE – Ugo Guanda Editore