di Domenico Veneziano
Tra la fine degli anni 60 e primi anni 70 in Francia si vive un periodo di profonda trasformazione, l’avvicendamento tra il presidente Charles de Gaulle e il presidente Pompidou segnano in modo importante il futuro del paese. Dagli Stati Uniti l’eco dei movimenti studenteschi che combattono per i diritti civili si va diffondendo in modo virale in tutta l’Europa, la lotta non violenta per la riconquista dei diritti fondamentali e dello spirito creativo ormai assopito da decenni dalla rivoluzione industriale post conflitto bellico, sono il panorama storico ideale che, nel profondo sud della Francia, fa nascere l’idea dei Recontres d’Arles.
Arles è una cittadina ricca di storia passata e recente, ha accolto artisti provenienti da tutto il mondo ed è stata fonte di ispirazione per letterati, musicisti, pittori e fotografi.
Ed è proprio in questo panorama che nel 1969 Lucien Clergue, Jean-Maurice Rouquette, Michel Tournier e altri appassionati cultori della fotografia e del suo ruolo non esclusivamente iconografico, “inventano” i “ Rencontres D’Arles“ che sono, nella loro prima edizione, un festival multidisciplinare nel quale la fotografia occupa solo una piccola parte: il profondo desiderio “l’arte media”, l’ambiente sterile dei Foto club, e questo impulso ne segna la svolta decisiva. In breve tempo Il festival diventa per la Fotografia quello che Cannes è per il cinema, trasformando il piccolo borgo di Arles nella Capitale mondiale della Fotografia, e, a tuttoggi i “Rencontres” sono un’istituzione di grande valore nel panorama culturale e politico francese.
L’idea trainante dei fondatori fu, fin da subito, di far si che i Rencontres fossero un evento culturale di spessore, e, non solo, una serie di rendez vous amichevoli tra gente che condivide la stessa passione. Ed è probabilmente tra le pieghe di questa sfumatura che in questa edizione, quella del 2019, si è vissuto un piccolo corto circuito: si ha infatti subito l’impressione che l’evento culturale abbia quasi del tutto cancellato il fondamentale ed umano ruolo dei rencontres, incontri amichevoli, che qui ad Arles volenti o nolenti avevano sempre avuto un’importantissima funzione di condivisione e di scoperta. Nella storia dei Rencontres una delle cose che hanno lasciato un segno indelebile e distintivo, sono state tutte quelle manifestazioni spontanee e collaterali che nascevano e proliferavano al di fuori del programma ufficiale: quello che veniva chiamato il festival off. Esposizioni estemporanee in ogni angolo della cittadina (marciapiedi, muri, luoghi abbandonati e abitazioni private) diventavano il collegamento naturale tra le mostre dei grandi autori, e rafforzavano quell’atmosfera di totale immersione nella fotografia.
Non vi è un luogo giusto ad accogliere l’espressività nascente di coloro che hanno voglia di mettere in mostra i propri progetti, e così Il “festival OFF” prende in prestito uno degli intenti primitivi dei fondatori, quello di strappare ai luoghi istituzionali l’esclusiva di raccontare e di raccontarsi.
La verità è che 50 anni sono tanti anche per Arles, I Rencontres de la Photographie in questa edizione hanno sofferto della “crisi della mezza età”. Non basta avere una storia così lunga ed importante, piena di vittorie e di buoni propositi alle spalle, non basta avere un archivio di oltre 3000 immagini. La cosa più importante, in una manifestazione di questo tipo, è che la direzione artistica non condizioni esclusivamente la scelta estetica, ma dia una giusta direzione, una chiara ed universale chiave di lettura.
Chi scrive, di edizioni dei Rencontres ne ha vissute almeno una ventina in questo trentennio, ed ha visto come si possa volare in alto con un tozzo di pane e come si possa sprofondare nel più profondo degli abissi con finanziamenti quasi illimitati. Alla fine la differenza la fa un giusto ed oculato utilizzo dei fondi che si hanno a disposizione e, come detto già precedentemente, una direzione artistica che porti un po’ di ossigeno sopratutto a chi episodicamente visita mostre fotografiche. Il pensiero, la progettualità, sono alla base di tutto, e sono le fondamenta di un festival così importante e così longevo, infatti il grande merito di chi ai Rencontres ci tiene è quello di averli difesi a spada tratta per cinquanta anni. Ma dopo tanto tempo di lotte ci si stanca e la visione si annebbia, ed è proprio questa l’impressione che da questa edizione emerge.
Naturalmente questa mia sensazione non vuole essere una critica agli autori o ai progetti esposti, è solo lo sfogo di chi, come tanti altri, dall’ edizione dei 50 anni si aspettava qualcosa in più.
51 sono le Mostre all’interno del programma ufficiale, 43 curatori ed un totale di 210 artisti, un programma come sempre ricco di eventi istituzionali e culturali, gran parte dei quali legati alla storia dei Rencontres, quest’anno in particolare dedicati ufficialmente ai fondatori della rassegna: Lucien Clergue, Michel Tournier et Jean‐Maurice Rouquette.
Decisamente meno ricca è stata la ventiquattresima edizione dei Voies Off, la manifestazione parallela ormai altrettanto ufficiale che ha sostituito gli spontanei Off dei primi anni. Tante le mostre in luoghi più e meno istituzionali, tante le installazioni sui muri della cittadina e sui gradini delle chiese, ma poche le buone idee: in mostra spesso e volentieri i soliti stereotipi da “comfort zone”, intrisi di tanto formalismo sterile, e tante copie stanche di progetti già esauriti in questi 50 anni di Rencontres.
Credits:
https://www.rencontres-arles.com
http://voies-off.com/index.php/en/
https://www.dodoveneziano.com
Tra i progetti esposti che mi hanno incuriosito:
LES MURS DU POUVOIR (Barriere edificate dall’uomo in Europa)
In mostra presso la Maison des Lices dal 1 Luglio al 22 Settembre 2019
Arnau Bach:
José Palazón:
HELEN LEVITT (Osservatrice nelle strade di New York)
In mostra presso lo Spazio Van Gogh dal 1 Luglio al 22 Settembre 2019
Helen Levitt:
CLERGUE & WESTON (progetto nato dal primo incontro tra i due autori nel 1970)
In mostra presso lo Spazio Croisiere dal 1 Luglio al 22 Settembre 2019
Edward Weston:
Lucien Clergue:
TOM WOOD (Madri, figlie, Sorelle)
In mostra presso lo Spazio Salle Henri-Comte dal 1 Luglio al 22 Settembre 2019
Rif: _DOD6963 Rif: 2019-WOOD-press05WOOD-press05
Installazione Tom Wood:
Tom Wood:
EVANGELIA KRANIOTI (I Vivi i Morti e quelli che sono nel mare)
In mostra presso la Chapelle Saint-Martin du Méjan dal 1 Luglio al 22 Settembre 2019
Rif: _2019-KRAN-press05 Rif: _DOD6979
Evangelia Kranioti:
Installazione Evangelia Kranioti:
LE PRIX DU LIVRE
In mostra presso Mécanique Générale dal 3 Luglio al 6 Luglio 2019
Panoramica della sala lettura del Prix du :
Il Libro fotografico appena uscito del Siciliano Alberto Gandolfo in Finale al Prix du Livre:
VOIES OFF 2019
JEAN JANSSIS (Gommes Bichromatees)
In mostra presso Renzo Wieder dal 1 Luglio al 10 Luglio 2019
Le Gomme Bricromate di Jean Janssis:
VOIES OFF 2019
MEG HEWITT & LORENZO CASTORE
In mostra presso Anne Clergue Gallerie dal 1 Luglio al 7 Settembre 2019
IMMAGINI DI COPERTURA
Paesaggi urbani, esposizioni sui muri e sui marciapiedi
Il Centro direzionale dei Rencontres