Da molto tempo Corbyn e il Labour sono vittima di una campagna strategica di Israele che vuole impedire ai laburisti di arrivare al governo per le loro posizioni critiche verso Israele.
Pubblico questo articolo di Gideon Levy, scrittore israeliano di Ha’aretz. LG.
Jeremy Corbyn è un esempio per la sinistra, uno che ha combattuto tutta la sua vita per i valori in cui crede. Gli israeliani lo considerano una sorta di alieno – la sinistra qui non è mai stata guidata da un Corbyn israeliano, né da nessuno che valga la metà di lui.
Corbyn è un uomo coraggioso. Ha votato in parlamento 553 volte contro la posizione del suo partito, eppure ha conquistato d’assalto la leadership. Ha votato contro la guerra in Iraq, contro le armi nucleari e contro il dominio britannico in Irlanda del Nord. Era attivo in Amnesty contro Augusto Pinochet, ed è stato arrestato in manifestazioni anti-apartheid in Sud Africa.
Con una tale coscienza e coraggio non sarebbe potuto arrivare da nessuna parte in Israele, a parte Breaking the Silence. In Gran Bretagna ha buone probabilità di essere eletto come prossimo primo ministro. Nulla illumina l’immaginazione e ispira la speranza più di questo. Chiunque voglia vedere il mondo agire contro l’occupazione israeliana dovrebbe sognare una vittoria di Corbyn.
Corbyn è stato dichiarato il prossimo nemico degli ebrei. Viktor Orban è un giusto tra le nazioni; l’alt-right americana è la roccia di Israele e il suo salvatore; Rodrigo Duterte, il leader delle Filippine che ha chiesto di uccidere milioni di persone “come Hitler”, è un ospite gradito in Israele – mentre Corbyn è il nemico del popolo.
L’establishment ebraico in Gran Bretagna e la propaganda israeliana hanno stretto un patto, per sventare la sua elezione: è un antisemita, il Labour è antisemita, la vita ebraica in Gran Bretagna è in “pericolo esistenziale”, come tre giornali ebraici gridavano in un editoriale congiunto.
Mentre la situazione di qualsiasi ebreo in Gran Bretagna è migliore, più sicura, più egualitaria e più libera della condizione di qualsiasi cittadino arabo in Israele, per non parlare dei palestinesi nei territori occupati, il disperato grido d’aiuto dell’establishment ebraico ha sollevato un tumulto e un trambusto contro Corbyn.
La stampa israeliana si è affrettata a unirsi alla campagna di incitamento, bollando ogni espressione laburista di antisemitismo.
Il membro del partito Peter Willsman ha marchiato i rabbini che hanno accusato il suo partito di antisemitismo come “fanatici ebrei di Trump”. Qualche commentatore ha accusato Corbyn di essere troppo dispiaciuto, un altro lo ha accusato di non scusarsi. Persino una giornalista giovane ed eccezionale come Antonia Yamin di Kan si è affrettata ad unirsi alla crociata.
Corbyn è un oppositore convinto e coerente della politica di occupazione israeliana. Questo è un suo diritto; un dovere per una vera sinistra. Sul margine laburista ci sono certamente circoli antisemiti; Corbyn ha dichiarato diversi giorni fa in un editoriale su The Guardian che non hanno posto nel suo partito.
Ma la propaganda ebraico-israeliana persiste: quando Israele adotta la legge dell’apartheid e i suoi soldati uccidono 160 manifestanti disarmati sul confine di Gaza, l’unica risposta è accusare di antisemitismo chiunque avanzi critiche. Funziona, pone l’imputato nel ruolo di accusatore.
Israele ha emanato una legge dove si afferma afferma che è lo stato-nazione del popolo ebraico. In altre parole, Israele rappresenta l’intero popolo ebraico. Questo ha un prezzo.
Quando un cecchino israeliano uccide un uomo senza gambe su una sedia a rotelle e un’infermiera, il popolo ebraico è un partner. Quindi la politica di Israele sta infiammando l’antisemitismo nel mondo. Può e deve essere criticato, come fa il Labour e come fa Corbyn, e il fatto di imbavagliare qualsiasi critica attraverso l’antisemitismo, è oltraggioso. Aumenta anche l’antisemitismo e la sensazione che gli ebrei agiscano come bulli e sfruttino il loro potere di ricatto emotivo.
Hajo Meyer, un sopravvissuto dell’Olocausto olandese e attivista per i diritti umani, una volta coniato la frase: “Un tempo un antisemita era un uomo che odia gli ebrei. Oggi un antisemita è un uomo che gli ebrei odiano”.
Abbandonate la campagna contro Corbyn e augurategli buona fortuna: è un uomo di coscienza, e spero che sarà il primo ministro britannico. Potrebbe essere positivo anche per Israele.
(Traduzione de l’AntiDiplomatico)
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-gideon_levy_scagiona_corbyn_dalle_accuse_di_antisemitismo_e_si_augura_possa_diventare_prossimo_primo_ministro_britannico/82_25039/