«I giovani si credono magici». L’adolescenza e le ferite della crescita, messe a dura a prova dai meccanismi della droga, raccontate attraverso una scrittura delicata e introspettiva, attenta alle pieghe dell’anima. È in libreria e disponibile on line il romanzo di Vittorio Schiraldi dal titolo Lascia fare al destino, pubblicato dalla Marlin, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano (collana Il Portico, € 15,00 con promo sconto del 20% #EstateConUnLibroMarlin fino al 5 luglio 2020 solo sul sito www.marlineditore.it). Uno sguardo carico d’umanità su una realtà sociale complessa, tra incomprensioni, incomunicabilità, senso d’impotenza che sconvolgono il mondo incerto degli adulti e quello di molti giovani, sempre più fragili. Un libro sui lessici familiari, il detto e il non detto delle relazioni, in una Roma che vive le tensioni del sequestro Moro, nel 1978, e poi la scoperta dell’Aids, negli anni Ottanta, in una continua interrogazione sul senso della paternità e dell’essere genitori. Sullo sfondo, mutamenti epocali e strappi generazionali. Una riflessione sui colpi del fato, sulla vita e la morte, sulla scrittura e le sfaccettature del caso, con personaggi coinvolgenti come la voce narrante, conduttore radiofonico e sceneggiatore, e Lea, ovvero la coppia di genitori, e i giovani Ilaria, Ruben e Simone.
Che cosa accade in una famiglia borghese quando, al suo interno, irrompe la droga? Le dinamiche cambiano e, nel tentativo di salvare la poco più che adolescente Ilaria, tutta la famiglia diviene “drogata”, nel senso di non più libera di agire secondo i parametri di una normale serenità. Non più in grado di capire cosa e come fare per uscire, insieme, dall’incubo. Questa è la vertigine narrata nel dolente e mai disperato romanzo Lascia fare al destino, nel quale Vittorio Schiraldi, con penna lucida e tagliente, scandaglia le realtà spesso sconosciute che sono alle spalle di tantissime vicende umane che poi si affacciano agli onori della cronaca nei momenti drammatici in cui prevalgono illegalità, violenza, morte. Carceri, comunità, ospedali, piazze di spaccio, tante sfaccettature che incrociano i destini di Ilaria e Simone, i due giovani protagonisti del libro, che, come rivela il suo autore, è ispirato a una storia vera.
«Avevo deciso di scrivere un romanzo per raccontare il percorso di uno dei tanti giovani che finiscono per drogarsi e di cui spesso non sappiamo quasi niente, se non quando improvvisamente la loro storia affiora e si conclude con poche righe in cronaca, quando vengono trovati con l’ago di una siringa piantato in vena», racconta Vittorio Schiraldi. «Al tempo stesso volevo raccontare, in una sorta di diario, con quale sofferenza tale dramma viene vissuto all’interno di una famiglia alterandone i ritmi, la serenità, gli interessi e gli obiettivi. Per documentarmi ho avviato una serie di ricerche, frequentando Centri di recupero per tossicodipendenti, esperti, genitori e giovani quotidianamente in fila davanti a un Sert di Roma per procurarsi una dose di metadone. Lì ho incontrato Simone, uno dei protagonisti del romanzo», spiega l’autore.
Un romanzo ambientato principalmente a Roma ma che viaggia anche tra i luoghi più disparati del mondo, assieme ai suoi protagonisti, per poi concludersi in una chiave agrodolce e inattesa a New York.
L’autore
Vittorio Schiraldi vive e lavora a Roma. Ha pubblicato: Baciamo le mani (Mondadori, 1973), un bestseller che gli dette notorietà fin dall’esordio, Sii bella, sii triste (Mondadori, 1974), Famiglie (Rizzoli, 1981), Siciliani si nasce (Rusconi, 1984), La mafia dagli occhi blu (Rusconi, 1985), Week-end a Waterloo (Mondadori, 1989), Frammenti di stelle (Pironti 1992), Una vita in prestito (Rusconi, 1995), Cattivi consigli (Rai-Eri, 1998). Delitti a bordo campo (Marlin, 2005); Made in Sicily (Marlin, 2007) Per soldi o per amore (DeAgostini, 2014); Ospite indesiderato (DeAgostini, 2015); La razza superiore (DeAgostini, 2017). In ebook: Guardami e La traversata di New York. Ha scritto per il teatro: Aspettando il diluvio, finalista al Premio Pirandello 1970, Ipotesi per un amore
quasi perfetto, Siciliani e, infine, Un uomo inutile, Premio Flaiano 1996. Ha lavorato anche per il cinema come soggettista, sceneggiatore e regista, e per la tv come autore. Per anni ha condotto dai microfoni di Rai Radio 1 una serie di trasmissioni come opinionista e attento osservatore delle trasformazioni della realtà e del costume, diventando una delle voci più familiari per i radioascoltatori. Sempre per Rai Radio 1 conduce la domenica, dopo mezzanotte, il programma “Ciò che resta del giorno”.
Oltre a una serie di documentari, ha diretto due film: Baciamo le mani, tratto dal suo primo romanzo, con Arthur Kennedy, Agostina Belli e John Saxon e Lettere dal fronte (premiato al Festival di Volgograd e vincitore altresì del 1° Premio Laceno D’ Oro al Festival del Cinema Neorealista del 1975.